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Wednesday, March 2, 2011

La filosofia Petrachiana : giovani, all'arrembaggio!

Lo chiamavano “Deki il timido” in quel di Zena ( Genova in dialetto ligure). “ Eppure – esordisce Luca Chiappino, ex mister della Primavera genoana dei record ( vincitori Coppa Italia - Campionato '09 e Supercoppa Italiana l'anno scorso ) - , dopo esser stato prelevato dal Domzale, a soli 15 anni fu l'unico tra i suoi compagni ad esprimere il desiderio di voler andare a vivere in piena autonomia nel capoluogo ligure e fu una scelta tanto coraggiosa quanto prematura per un ragazzo così giovane”.
Bastò poco tempo trascorso sul campo d'allenamento per convincere mister Chiappino a schierarlo titolare fisso nella compagine rossoblù. E chi lo seguiva in allenamento lo descrive come un funambolo, a volte ingenuamente egoista nelle azioni chiave, ma sempre e volutamente protagonista.
“ Grinta, corsa e tanto spirito di sacrificio”- conclude l'ex allenatore genoano- “Questo è Dejan Lazarevic, uno che appena riceve palla punta fisso la linea di fondo.”
E pazienza se gli riescono pure disimpegni alla Brasil. Possiamo perdonarlo.
Fratelli di fede, in quanti, tra noi, avrebbero scommesso sulle qualità di questo ragazzo? Quanti di noi hanno “scagliato la pietra” verso Gianluca Petrachi per poi “nascondere la mano” dopo esserci resi conto che questo giovane “sconosciuto” sarebbe diventato in così breve tempo protagonista del nostro Toro? E per ultimo permettetemi di chiedervi : Chi non ha rivisto in lui, anche per pochi secondi, le caratteristiche istintive di Alessandro “Rosinaldo”? Chi è senza peccato, scagli la prima pietra, dunque.
Un discorso analogo lo si potrebbe fare anche riguardo un certo D'Ambrosio Danilo da Napoli, uno stelo di un fiore sconosciuto raccolto in un prato di Castellammare di Stabia, sedotto ed abbandonato dal tifoso granata. Ogni volta che parlo di Danilo mi vengono in mente le scene immediatamente successive alla sua doppietta decisiva contro il Modena il 20 Novembre del 2010. Segna il primo goal,quello del pareggio. Danilo da Napoli si libra nell'aria granata con pugno stretto alzato verso la Maratona : è aria altamente tossica per gli avversari quella liberata dallo spirito ambrosiano. Segna il secondo goal,quello forse più inaspettato. Danilo da Napoli non ha più voce né forze ( per intenderci,non riesce nemmeno a levarsi la maglietta ). La vendetta dell' “abbandono dopo la seduzione”sale nelle sue vene e la sfoga nell'attimo successivo con un “ Vaffanculo va'..” nel mentre dell'abbraccio dei compagni di squadra. Questo è il DNA granata. La rabbia,lo sfogo,il coraggio. Il Davide contro Golia.
Ebbene, i punti cardini della filosofia petrarchiana sono stati da sempre chiari :

  1. pensarla da provinciale ( una critica da rivolgere in primis a certi tifosi: siamo in serie B gente! )
  2. giocare da provinciale : umiltà, spirito di sacrificio, grinta e rabbia.
  3. vincerla da provinciale : approfittare dell'unico errore altrui per segnare e vincere 1-0.
  4. insegnare i valori granata ai giovani : e ci si sta riuscendo con le Giovanili, dai Giovanissimi fino alla Pimavera. Con un Dejan “Bimbo” Lazarevic e un D'ambrosio Danilo, stelo di un fiore sconosciuto raccolto da Gianluca Petrachi in un prato di Castellammare di Stabia.

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