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Friday, April 13, 2012

Il Dannato, il Pessimista e..il San Culato

Scriveva una tale Luisa Pavanello : " Si può cambiare un'idea, ma non il cuore, nè l'anima che lo ospita.."
Il destino fa il suo corso, inevitabile, incontrastabile. C'è chi ne lamenta ogni giorno le sue persecuzioni ( il cosìdetto "dannato" ), c'è chi si rassegna al suo corso ( il "pessimista" ), c'è chi ne coglie i frutti ( forse, da quanche parte esiste, anche se di persona non lo conosco..ma chiamiamolo pure "San Culato", tanto per usare un eufemismo ). Il tifoso del Toro prende un pò da tutti i personaggi sopra citati.

Nasce dannato. Tale teoria viene confermata da quotidiani test clinici che descivono in linea generale il "piemontese" quale  un masochista perbenista, un autoflagellatore che si lamenta in silenzio, senza disturbare troppo. Un esempio? Il Toro perde 5 gare su 33 incontri e per il tifoso granata non va affatto bene. La Gobba perde lo scudetto e l'intero organigramma sportivo,stemma incluso,è da rifondare. Da piccolo mio padre mi portava nel piccolo ma storico Toro Club di Acqui Terme e ivi ho appreso il profondo stato di "piemontesismo cronico " dei suddetti toroclubbari acquesi. Mi facevano tenerezza in realtà, preoccupati più dall'ululare insistentemente per un fallo di Maspero piuttosto che delle corna della moglie..ma anche questo è il Toro. ( che mi venga un colpo,se qualcuno di Acqui dovesse leggermi, la mia è pura ironia! )
 
Cresce pessimista. Rispolvera i papiri del '46 e spera che un giorno gli Immortali ritornino in campo e facciano piazza pulita di tutto e di tutti. Mi piacerebbe immaginare come questo pessimismo cosmico lo porti ad essere  influenzato pure nel voto politico, riducendolo a tifare per quell'aladi governo che oggi conta poche percentuali di elettorato. Chiamali grillini o dipietrini..

La figura del San-Culato invece ( perdonate ancora una volta il basso profilo lessicale del termine in questione ) è una figura assai rara da rilevare tra il tifo granata, specie in questi tempi. Come già accennato, il fortunello "coglie i frutti che il destino gli offre ". Che poi, diciamoci la verità, scritto in questo modo lo paragonerei ad un folle. Cerco di spiegarmi meglio : il San Culato segue per filo e per segno la via che il Destino gli ha tracciato. E' una figura corretta, forse persin odiosa nella sua correttezza,ma guarda sempre avanti. Pazienza se tifa Toro. Pazienza se le Coppe al cielo le alzano altri. E pazienza se non siamo invinghiati per ora nel calcioscommesse..cavoli,potevamo almeno vincere qualcosa rubacchiando di quà e di là! Appena gli sorgon tali pensieri, il San Culato si fà il segno della croce e confessa i propri peccati.

Che tu, tifoso e fratello granata, ti rispecchi nella prima, nella seconda o nella terza figura, ti ripeto : " Si può cambiare un'idea, ma non il cuore, nè l'anima che lo ospita.."
Rassegnati. Sei un predestinato.

Cocludo con la solita pillola. Prendiamo spunto dal sampdoriano Paolo, il primo intervistato prima della strabiliante sconfitta della Samp con il Toro ( a Genova ). "Più forti della nostra squadra in B non c'è nessuno..".


Saturday, April 7, 2012

Che Dio(p) ce la mandi buona...o ce l'ha già mandata?

Su uno scaffale del laboratorio di microbilogia nell'Università di Sheffield c'è una piccola bottiglia in vetro contenente uno strano, torbido fluido rosso. Non è Coca Cola, nè Spuma, nè Pepsi. 
Secondo un folto gruppo di scienziati, in quella bottiglia vi sarebbero traccie di vita extraterrestre, sbarcati tramite un fenomeno a dir poco paranormale nella storia meteorologica recente. Nel 25 luglio del 2001, una pioggia rosso-sangue aveva provocato in un distretto dell'India Occidentale ( Kerala ) 2 mesi di agonia. Lungo tutta la costa caddero senza tregua litri e litri d'acqua rossa, colorando di rosa i vestiti degli autoctoni, bruciando le foglie sugli alberi e facendole cadere di colore scarlatto. Ogni songola goccia rossa pare dover contenere dei batteri organici extraterrestri, i quali, secondo molti scienziati, miliardi di anni fa,avrebbero portato, manifestandosi in simil modo, la Vita nel nostro pianeta.
Tu chiamali i misteri della Scienza....Ma esisteranno per davvero gli Ufo?
Chissà se anche in quei chicchetti di ghiaccio che cadevano copiosamente ieri sera in quel di Torino, qualche particella aliena si sia impregnata nella pellaccia dei nostri ragazzi della Primavera modificandone il loro DNA per far loro vincere il derby di oggi... Fantascienza?
Vedere un Diop classe '93 di Dakar correre come una gazzella, arrivarci a stopparla di petto laddove i Gobbi faticavano nel prenderla di testa è stato da sesso estremo. Come da hard sex sono state le prestazioni di Gatto,Chiosa,Da Silva, Vita,Verdi.... Cosa conta vincerene 12 di fila se poi non vinci il derby contro questi ragazzi, caro fenomeno Appelt, caro fenomeno Bouy, caro Mister "gobbo" Baroni? 
Chissà se anche in quei chicchetti di ghiaccio che cadevano copiosamente ieri sera in quel di Torino, qualche particella aliena si sia impregnata nella pellaccia di Kamil Glik modificandone il suo DNA per fargli segnare il primo ( ed importantissimo ) goal di un centrale del Toro in questa stagione. O abbia modificato la traettoria di quel tiro Barillàiano facendolo finire sul palo.
Testardo che sono. Gli alieni non esistono! Dovrei mettermi nei panni di quello scienziato che mandò un messaggio sul sito di Goldfrey Louis descrivendo l'ipotesi della pioggia aliena come una "stronzata" ( cit ).
Insomma, o ci rassegnamo all'idea che la Fine del Mondo ( intesa come l'epopea di fatti e situazioni di inspiegabile ragione d'esistenza ) sia alle porte o dovremo iniziare a sopportare la teoria secondo la quale il nostro credito con la sfortuna sia stato del tutto saldato.
E allora che inizi pure il valzer dei fatti realmente ispiegabili :

1) sentire Zeman lamentarsi di persecuzione arbitrale nei suoi riguardi ----> esattamente come Conte

2) sentire ancora oggi Foschi insinuare che Cairo abbia influenzato la decisione del Giudice Valente riguardo la vittoria a    tavolino per 0-3 per i granata nonostante le evidenti responsabilità SOGGETTIVE padovane ( perchè non leggere due righe del Regolamento giuoco calcio? )

3) sentire i gobbi lanetarsi di persecuzioni arbitrali nei loro confronti ----> ne avrei da dire ma preferisco guardare in casa mia ( finalmente con un timido sorriso ).

4) oggi il Gip del Tribunale di Bari, tale Giulia Romanazzi, ha concesso gli arresti domiciliari a Gianni Carella e Fabio Giacobbe, gli amici baresi dell'ex difensore del Bari, Andrea Masiello, in carcere da lunedì scorso con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Mi aspetto a breve un sonoro risarcimento morale nei loro riguardi, poichè a Masiello, scarcerato ieri, è stato concesso di vedere direttamente dalla sua poltrona di casa gli sviluppi delle partite della serie A.
Chapeau.

Nel mio piccolo spero che vicino all'Olimpico venga ricreata una macchina fabbrica-nuvole che ricopra il nostro Toro di beneamata fortuna. E per una volta, la fantascienza ad Hancock County nel Mississippi s'è tramutata in realtà.


Leo Menegazzi

Monday, October 3, 2011

La libidine


Libidine ( dal latino libidinem dalla radice onde lib-ère ) : far piacere , appetito disordinato di lussuria o d'altra cosa, desiderio sfrenato.

Scriveva due anni or sono un fedelissimo tifoso del Bari su un forum :
" Il Prof.Ventura, specialista in libidinologia con pluriennale esperienza nella cura di apatia causata dal catenaccio, consiglia di guardare il Bari per raggiungere uno splendido caso di libidine*
( test clinici fatti su un campione di 20.000 spettatori hanno dimostrato che guardare il calcio spettacolo una volta a settimana produce libidine nel 100% dei casi. Riscontrate reazioni allergiche isterico-convulsive negli avversari )

Era l'8 giugno 2011. Papa Benedetto XVI era in visita per la prima volta in Croazia, era il giorno in cui i grandi network dei contenuti digitali preannunciavano una giornata di test per le comunicazioni su rete IPv6.

Era anche il giorno in cui, in una sala dell'Hotel Sitea di Torino l'intero mondo granata, dalla Finlandia al Brasile,si sentiva dire da uno stimato allenatore genovese : "Allenare il Torino per tornare in serie A è libidine pura ".

In quel preciso istante miliardi di occhi si produssero in un movimento acuto di spasmo oculare.
Migliaia di dita presero a sfogliare pagine e pagine di dizionario alla ricerca di quel termine che dalle orecchie proprio non voleva togliersi : libidine.

Il risultato di tale dichiarazione portò a pensare che dopo anni di triste dafaiance di risultati di gioco, di mancati godimenti ed eiaculazioni precoci ai goals e alle azioni in tinta granata, quel genovese della Zena Blucerchiata, con quella dichiarazione, avrebbe ben presto rischiato di soffiare il posto a molti comici di fama internazionale. E ciò lo dimostra il fatto che, proprio mentre il termine "libidine" rieccheggiava in sala per la prima volta, un nutrito gruppo di tifosi inviperiti contestavano pesantemente a pochi passi dall'Hotel , imprecando su Petrachi, su Cairo e su quella dannata sorte che li aveva fatti diventare inguaribilmente granata.
Tutto ciò mi fa ricordare ( e mi scuso anticipatamente se mi permetto questo azzardo ) la caduta di Berlino per mano sovietica, e gli ultimi giorni di Hitler che, dal suo bunker, proclamava l'imminente vittoria del popolo tedesco nel mentre questo stesso stava sopperendo ai bombardamenti in città.
Tornando a noi, il giorno seguente la presentazione di Ventura, la Torino granata si era svegliata cosciente del fatto che anche i più autorevoli quotidiani sportivi erano rimasti ipnotizzati da quel latinismo trasformato in neologismo venturiano, un tempo mai più azzeccato dopo la vittoria del suo Bari contro la "Gobba".
Così intitolavano quel giorno :

" Ventura : allenare Torino libidine pura." ( La gazzetta dello sport)
" Ventura : allenare il Torino è una libidine " ( Tuttosport )
" Ventura : allenare il Torino per portarlo in serie A è libidine pura "( Corriere dello Sport )

Da quel giorno in molti capirono che a nulla erano serviti gli specchi magici tanto declamati dagli ex condottieri di quel torello. A nulla era servito convincere gli scettici che quello stesso torello,se messo davanti allo specchio magico, poteva tramutarsi in Toro anche quando camminava sul campo di Siena, anche quando permetteva gloria al Varese,al Novara, al Cittadella.
Il Toro, secondo il tecnico genovese, doveva "calarsi le braghe" davanti ai propri tifosi e depurarsi da quella melma di arroganza e presunzione propria dell'aristocratico decaduto. Detto in termini "tintobrasseschi" , Ventura aveva il compito di saper far eccitare un ventenne mostrandogli una ottantenne in guepière ( depravati a parte ).Il Toro doveva tornare ad essere della gente e tra la gente. Un concetto, un ideale, un'esperienza d'altri tempi.
Stevanovic, Verdi, Oduamadi, Glick, Ogbonna, Darmian, D'ambrosio, Suciu, Chiosa. Il Toro diventa giovane e provinciale. Pare quasi di rivedere i granata del '49 agli ordini di Giuseppe Bigogno.
La libidinem prende pian piano forma. Quegli avversari, un tempo macigni insormontabili, ora sono piccoli birilli da dribblare e scartare. Nella propria piccolezza da provinciale ci si riscopre grandi.
E allora che si lasci pure spazio alle dichiarazioni di guerra dei tecnici avversari, dei proclami di imminente vittoria delle squadre date per favorite.

Ma quando la palla ha gonfiato la rete..quella rete..nello stadio..proprio in quello stadio a tinte blucerchiate...

Il Toro vince dopo 18 anni in quel Marassi, eguaglia il record di vittorie in trasferta consecutive,come un certo Erbstein. Ma Ventura davanti alle telecamere non sorride. Analizza, commenta..poi si defila.
Chiamatela arroganza. Chiamatela umiltà.

...ma anche questa è libidine.





Friday, March 11, 2011

Il Toro Leopardiano



Ricordo la prima volta che dovetti imparare la mia prima poesia a memoria. Mi rimase impressa una frase che ricordo bene : ” La Poesia è una fuga fantastica, e la fuga fantastica provoca un'esperienza sensistica che fa scattare la fuga dalla realtà. “

Vi sarà sicuramente capitato, almeno una volta della vostra vita, di imbattervi in Leopardi e nella sua corrente letteraria e culturale, il Romanticismo, che portava ai massimi termini il Sentimento e la Passione dell'Uomo.

Ebbene, se la mia ex prof di Italiano qualche anno addietro m'avesse mai chiesto per quale squadra di calcio tifasse Giacomo Leopardi nel 1819 probabilmente non avrei esitato un solo istante nel rispondere :“ Se fosse già d'allora esistito, il Torino Football Club signora professoressa..” , tra gli scontati schiamazzi dei miei compagni di classe.

“E perchè mai il Torino, Menegazzi? Perchè proprio una squadra di serie B anziché una famosa? “

“Perchè basterebbe parafrasare il suo idillio, l'Infinito. E' chiaro, è chiarissimo che Giacomo è uno dei nostri..”

“Bene, traduci e commenta Menegazzi “


“Sempre cara mi fu questa maglia granata,e la sua Storia,
che in ogni angolo del mondo,per infiniti lustri s'è cosparsa di gloria.
Ed ammirandola e toccandola con mano
mi chiudo in un silenzio tibetano,
ed in profondissima quiete io nel pensier mi fingo,
ove per poco il cuor non si spaura.
Tra Storia e Leggenda questa maglia mi porta,
intrecciata com'è di passioni e di fatal maledizione.
E mi sovvien l'eterno, e questa morta stagione
che altro non è che l'ennesima persecuzione,
di un fato avverso ma sempre domato
da eroi ed eroine, che sia sull'erba che su uno spalto.
Così tra questa immensità di color granata s'annega il pensiero mio
e il naufragar m'è dolce in questo mare ”


Ossì amici miei, posso scommetterci gli zebidei di Buddha che Leopardi sarebbe stato uno dei nostri. Un appassionato a tutti gli effetti, un letterato caduto in disgrazia per un morbillo a pois granata.

Noi granata siamo così, caro Giacomo. Un po' tragici, un po' passionali, un po' appassionati, forse un po' appassiti. Ma è una passione,la nostra,che non morirà mai.
Siamo capaci di far sorgere in noi stessi una immaginazione del vago e dell'indefinito che ogni sabato ci fa dimenticare il fato avverso. Ricerchiamo nel granata di oggi il granata di ieri. E se ci avessi conosciuto per davvero nemmeno ti saresti reso conto che questa “maledetta maledizione” ancora oggi ci sta perseguitando..eppure ha accompagnato i vari Rabitti, Cazzaniga, Giacomini, Bersellini, Radice, Sala,Vatta, Fascetti, Mondonico, Rampanti, Sonetti, Scoglio, Vieri, Sandreani, Camolese, Souness, Reja, Simoni, Uivieri, Zaccarelli, Rossi, Arrigoni, Stringara, De Biasi, Zaccheroni, Novellino, Colantuono, Beretta, Lerda..
E ora toccherà ad un certo Papadopulo che non credo tu conosca molto bene. Ma poco importa. La prima parte del cognome porta bene.

Già t'immagino, amico mio, a riflettere seduto su quell'ermo colle con in mano una maglietta granata di questa stagione. Non servirebbe un idillio ma una semplice osservazione che, a mio gusto,potrebbe essere:

Eppure la maglia granata esiste ancora..e quella maglia granata rappresenta la storia di Uomini Veri, sullo sfondo di un tempo infinito.”

Wednesday, March 2, 2011

La filosofia Petrachiana : giovani, all'arrembaggio!

Lo chiamavano “Deki il timido” in quel di Zena ( Genova in dialetto ligure). “ Eppure – esordisce Luca Chiappino, ex mister della Primavera genoana dei record ( vincitori Coppa Italia - Campionato '09 e Supercoppa Italiana l'anno scorso ) - , dopo esser stato prelevato dal Domzale, a soli 15 anni fu l'unico tra i suoi compagni ad esprimere il desiderio di voler andare a vivere in piena autonomia nel capoluogo ligure e fu una scelta tanto coraggiosa quanto prematura per un ragazzo così giovane”.
Bastò poco tempo trascorso sul campo d'allenamento per convincere mister Chiappino a schierarlo titolare fisso nella compagine rossoblù. E chi lo seguiva in allenamento lo descrive come un funambolo, a volte ingenuamente egoista nelle azioni chiave, ma sempre e volutamente protagonista.
“ Grinta, corsa e tanto spirito di sacrificio”- conclude l'ex allenatore genoano- “Questo è Dejan Lazarevic, uno che appena riceve palla punta fisso la linea di fondo.”
E pazienza se gli riescono pure disimpegni alla Brasil. Possiamo perdonarlo.
Fratelli di fede, in quanti, tra noi, avrebbero scommesso sulle qualità di questo ragazzo? Quanti di noi hanno “scagliato la pietra” verso Gianluca Petrachi per poi “nascondere la mano” dopo esserci resi conto che questo giovane “sconosciuto” sarebbe diventato in così breve tempo protagonista del nostro Toro? E per ultimo permettetemi di chiedervi : Chi non ha rivisto in lui, anche per pochi secondi, le caratteristiche istintive di Alessandro “Rosinaldo”? Chi è senza peccato, scagli la prima pietra, dunque.
Un discorso analogo lo si potrebbe fare anche riguardo un certo D'Ambrosio Danilo da Napoli, uno stelo di un fiore sconosciuto raccolto in un prato di Castellammare di Stabia, sedotto ed abbandonato dal tifoso granata. Ogni volta che parlo di Danilo mi vengono in mente le scene immediatamente successive alla sua doppietta decisiva contro il Modena il 20 Novembre del 2010. Segna il primo goal,quello del pareggio. Danilo da Napoli si libra nell'aria granata con pugno stretto alzato verso la Maratona : è aria altamente tossica per gli avversari quella liberata dallo spirito ambrosiano. Segna il secondo goal,quello forse più inaspettato. Danilo da Napoli non ha più voce né forze ( per intenderci,non riesce nemmeno a levarsi la maglietta ). La vendetta dell' “abbandono dopo la seduzione”sale nelle sue vene e la sfoga nell'attimo successivo con un “ Vaffanculo va'..” nel mentre dell'abbraccio dei compagni di squadra. Questo è il DNA granata. La rabbia,lo sfogo,il coraggio. Il Davide contro Golia.
Ebbene, i punti cardini della filosofia petrarchiana sono stati da sempre chiari :

  1. pensarla da provinciale ( una critica da rivolgere in primis a certi tifosi: siamo in serie B gente! )
  2. giocare da provinciale : umiltà, spirito di sacrificio, grinta e rabbia.
  3. vincerla da provinciale : approfittare dell'unico errore altrui per segnare e vincere 1-0.
  4. insegnare i valori granata ai giovani : e ci si sta riuscendo con le Giovanili, dai Giovanissimi fino alla Pimavera. Con un Dejan “Bimbo” Lazarevic e un D'ambrosio Danilo, stelo di un fiore sconosciuto raccolto da Gianluca Petrachi in un prato di Castellammare di Stabia.

Sunday, January 30, 2011

Inchiesta sul nuovo Delle Alpi ( parte terza )

I regali continuano. Ecco il progetto per la costruzione della nuova casa bianconera.  

Dopo aver ottenuto il Delle Alpi e il terreno circostante, senza aver mai provveduto alla ristrutturazione a proprie spese ( che era alla base dell'accordo, nell'autunno 2006 ) la Juventus S.p.A. ha dichiarato che avrebbe finalmente cominciato ad adeguare l'impianto secondo le norme UEFA e il decreto Pisanu, per un costo complessivo di 18 milioni, rendendolo disponibile per Euro 2012.
Dopo pochi mesi, fiutando la possibilità di finanziamenti pubblici, si è passati alla ristrutturazione dello "stadio faraonico", comprensivo di centri commerciali.
A metà gennaio l'ex presidente bianconero, Cobolli Gigli, dichiarava di lavorare ad un nuovo progetto da 90 milioni. Venti giorni dopo il preventivo era magicamente lievitato ad "almeno 120 milioni di euro".

Puntualmente il consiglio comunale di Torino, il 12 febbraio, ha approvato la richiesta di poter "fruire di un finanziamento garantito nella misura minima di euro 120.000.000 e della durata di almeno vent'anni, a tasso zero", che la Juventus Football Club S.p.A avrebbe inoltrato al Credito Sportivo. Hanno votato a favore tutte le forze politiche, tranne il consigliere della Leha, contrario, e i 4 consiglieri di Rifondazione, astenuti.

Con molti meno soldi sarebbe possibile e doveroso candidare per gli Europei un impianto di proprierà del comune come lo stadio Olimpico, ampliandolo e avvicinando gli spalti al terreno di gioco.
E' un impianto inaugurato da pochi anni, pensato unicamente per le Olimpiadi, che evidenzia la miopia con cui è stato progettato e che a causa della scarsa capienza attuale rischia d'essere abbandonato a breve anche dal Torino FC.
Il sindaco Chiamparino, insieme alle altri geniali menti dell'operazione ( gli assessori Montabone e Viano ), ripete che l'opera è necessaria per avere gli Europei a Torino e spega che dalle casse comunali non uscirà un euro. Argomenti penosi : sarebbe infatti più semplice ritenere che ampliando l'Olimpico ad almeno 30.000 posti sarebbe ampiamente a norma per ospitare gli Europei. Spulciando tra i documenti ufficiali delle norme FIFA si apprende infatti che 40.000 posti sarebbero necessari solo dai quarti di finale in su e permetterebbero alla città di ottenere tre partite anzichè due.
Lorenzo Matteoli urge a puntualizzare : " Si anticipano quindi almeno 120 milioni di denaro pubblico per un solo incontro. Il Credito Sportivo fornisce finanziamenti pubblici, se non comunali, statali, ma pur sempre soldi della collettività. Se anche si decidesse, per ragioni difficilmente accettabili, di candidare il Delle Alpi anzichè l'Olimpico, sarebbe comunaue inconcepibile sostenere un finanziamento superiore ai 18 milioni effettivamente necessari per poter giocare i quarti di finale a Torino". 
Per dirla breve, se un privato cittadino decide di intraprendere un'attività commerciale, sopporta sulle sue spalle i costi dell'iniziativa.
Ma a quanto pare, se lo fa la Juventus S.p.A., le sue spese sono finanziate a tasso zero con i soldi dello Stato.

Ecco la delibera comunale del 12 febbraio del 2007 che sancisce di fatto l'accordo tra Comune e Juventus FC riguardo la ristrutturazione del nuovo Delle Alpi. 





Di fronte a queste prove ogni fonte di stampa torinese e nazionale ha taciuto. Concludo con questa breve ma credo importante osservazione : il Credito Sportivo offre una agevolazione sul tasso pari all'1 % . Al giorno d'oggi  i tassi attuali concessi dal Credito Sportivo ( per qualsiasi società che abbia i requisiti )  sono pari all'IRS + 1% , e quindi a 4.35+1 = 5.35%.
La Juventus FC ha preteso ( ed ottenuto ) il tasso zero, concesso con un decreto ad hoc ai fini degli impianti per gli Europei. Per concludere, invece di pagare con un tasso già agevolato di 6 milioni di interessi l'anno per 30 anni ( pari a 180 milioni ), la Juventus FC non sborserà un centesimo.

Cito e pubblico l'articolo del giornalista Emanuele Gamba de La Repubblica uscito sul noto quotidiano il 7 febbraio 2007 :


" La partita degli stadi, si è sempre chiamata. Chi l´ha giocata si sa, chi l´ha sempre persa pure: la città di Torino. Il paradosso è che stanno per piovere, sempre se l´Italia otterrà dalla Uefa gli Europei del 2012,milioni di euro sulle nostre terre, ma non sarà soprattutto la collettività a goderne bensì un soggetto privato, ovvero la Juventus.
È l´ultimo atto di una storia ormai lunga più di un decennio (fu Gianmarco Calleri ad aprire le danze, scatenando quella sarebbe poi diventata una valanga) e quasi sempre sbagliata: l´ultima notizia è che uno stadio costruito appena 17 anni fa verrà demolito e ricostruito, mentre l´impianto di proprietà del Comune, pomposamente e inutilmente olimpico, rischia seriamente di diventare un ingombro insensato, oltre che continuare a essere quello che già è, una macchina senza soldi.La Juventus ha deciso: rifarà Il Delle Alpi, ipotizzando un investimento di 120 milioni, soltanto se potrà scucire al governo un finanziamento agevolato a tasso zero.
Altrimenti rinuncerà alla spesa e si limiterà ad adeguare l´impianto ai parametri della legge Pisanu, sborsando una quindicina di milioni. In pratica, se il Comune non approverà il progetto firmando il protocollo d´intesa con la società bianconera, e se lo stato non finanzierà i lavori, Torino non avrà gli Europei, perché lo stadio Olimpico non è adeguato alle norme Uefa, che prevedono una capienza di almeno quarantamila spettatori.
Esattamente quella prevista dal nuovo Delle Alpi, che (sempre se i soldi e i permessi arriveranno) verrà raso al suolo e ricostruito,prendendo a modello stadi come la Philips Arena di Eindhoven, l´Aol di Amburgo o lo Stade de Suisse di Berna. Tutti impianti nuovi, moderni. La struttura non sarà quella del classico ovale degli stadi italiani, ma dall´esterno assomiglierà a un gigantesco parallelepipedo arrotondato sugli spigoli. Del vecchio Delle Alpi rimarranno soltanto quei pali a forma di V che sovrastano le curve e reggono la vela di copertura. Sparirà anche la famosa tensostruttura e, naturalmente, compariranno ristoranti ed esercizi commerciali, sempre sul modello tedesco. Al progetto ha lavorato l´architetto Renzo Zavanella, che già aveva firmato il plastico che gli era stato commissionato dalla Juventus di Giraudo e Moggi. Lo studio Rolla si sta invece occupando delle strutture esterne. E il Comunale? Resterà lì, monumento a mille errori.
È un impianto inutile,troppo piccolo per il calcio e figurarsi per un Europeo. È anche considerato scomodo, bruttino e insicuro, visto che i tifosi granata della curva Primavera si lamentano per la facilità con la quale i tifosi ospiti li bersagliano di oggetti e petardi. È uno stadio senza futuro, pensato male e realizzato peggio: tutte le risorse cittadine si sono sempre concentrate sul Delle Alpi, che venne offerto alla Juventus per un cifra poco più che simbolica e sul quale, adesso, verranno dirottati anche gli eventuali finanziamenti pubblici, mentre il Comunale rischia di svuotarsi per sempre, visto che Cairo, paradossalmente, preferirebbe pagare l´affitto alla Juventus pur di disporre di un impianto più adatto alle esigenze del Torino e dei suoi tifosi, che in corso Sebastopoli stanno oggettivamente stretti. Ma ormai non c´è più molto da fare, perché anche le promesse di un ingrandimento dell´Olimpico sono vane: si può recuperare qualche posto (poche migliaia, in ogni caso), ma non procedere a un intervento strutturale. L´errore fu a monte, quando il Delle Alpi venne svenduto e l´altro stadio concesso al Torino di Cimminelli, nel quali tutti, in città, conoscevano le intenzioni e la disponibilità economica: non si può dire che il fallimento della società granata colse i torinesi di sorpresa, così come non si è mai diradato il sospetto che l´ex patron venne convocato alla guida del Toro proprio perché non si opponesse alla risoluzione della partita stadi."