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Thursday, December 30, 2010

Il Calcio moderno e la morte della Storia

Non so voi ma io più nulla ho letto e sentito riguardo la questione Red Bull - Torino Fc. Cosa vorrà significare questo silenzio?
In attesa che il destino "si decida" a fare il suo corso, vorrei riportarvi alla luce un articolo di Renè Guenther tratto dal mensile sportivo FSF, consigliatomi dal buon amico Giovanni Re alcuni mesi fa.




" Immaginatevi nella situazione che segue : vi alzate per andare a vedere la prima amichevole pre-campionato della vostra squadra del cuore. Prendiamo come esempio proprio il Toro. Vi mettete su la maglietta degli ultràs,la sciarpa e la bandiera granata. Prendete l'appuntamento  con i vostri amici di sempre e vi dirigete allo stadio ma proprio quando state per varcare i cancelli d'ingresso gli steward vi bloccano e vi vietano d'entrare : "Non siete più i benvenuti qui". Può sembrarvi surreale, ma questo è ciò che è  successo quest'estate ai supporters dell'Austria Salisburgo, dopo che il loro club era stato rilevato dalla Red Bull.
Ciò che ne seguì fu una vera e propria lotta di potere tra una azienda miliardaria ed un gruppo di tifosi di calcio locali che vollero battersi per difendere l'identità e la Storia del loro club.
Ne uscì un solo vincitore. Pare scontato dirvi chi.
Mentre l'Austria Salisburgo non è molto conosciuto, il Salisburgo è uno dei club più famosi, più sostenuti e,di recente, s'è ritagliato un discreto successo nel mondo del calcio austriaco.
La sua storia illustre inizia nel 1933 da un movimento politico definito " inaudito" : in un paese dilaniato dalla guerra civile e miracolosamente risorto dalle ceneri della Prima Guerra Mondiale, i socialisti ed i conservatori,da sempre opposti gli uni agli altri, si vollero fondere in un unico club per dar fronte allo spettro politico. La posizione neutrale del nuovo club venne rinforzata dai colori viola e bianco e dalla scelta di chiamarlo "Austria", in un momento in cui la destra estrema stava minando la sovranità del Paese, spingendo per uno stretto e graduale allineamento politico con la Germania nazista.
Dopo aver trascorso gran parte delle stagioni post-Seconda Guerra Mondiale a lottare per il vertice alto della classifica, i maggiori successi del Salisburgo arrivarono nei primi anni del 1990 con Otto Baric ( noto ai tifosi inglesi come fiammeggiante allenatore della nazionale croata a Euro 2004 ) : tre titoli del campionato austriaco, una qualificazione alla Champions League e, non per ultima, una finale di Coppa Uefa nel 1994 persa poi a San Siro contro l'Inter, dopo esser stata la prima squadra austriaca ad aver battuto un club tedesco in una manifestazione europea ( l'Eintrach Francoforte ai quarti di finale ndr. ).
Questa serie di successi e di relativa visibilità fu, tuttavia, di breve durata. Nei primi anni del 2000, il livello di debito accumulato assunse dimensioni tali da poter correre il rischio di perdere la sua licenza che, ai sensi  dei regolamenti finanziari del calcio austriaco professionistico,avrebbe significato la retrocessione automatica ai campionati dilettantistici.
Vi ricordate, amici granata, quando il Toro venne rilevato dai lodisti e messo in vendita affinchè qualche investitore potesse farsi vivo? Ebbene,anche in questo caso i proprietari del Salisburgo si misero disperatamente alla ricerca di nuovi investitori e, udite udite, anche in questo caso si fece vivo un "mister X " . Per loro fortuna non un Ciuccariello qualunque ma un misterioso sceicco il cui nome non è mai stato svelato ma, secondo la stampa, " di fama internazionale e convinto ad investire seriamente nel mondo del calcio. Aimè quello che ne seguì fu la triste scoperta che tale sceicco aveva inviato dei documenti di acquisto falsi ed un curriculum vitae ritoccato.  

Non c'è da sorprendersi, quindi, che la maggiorparte dei sostenitori del Salisburgo siano stati inizialmente euforici quando nell'aprile del 2005 Dietrich Mateschitz, rispettato uomo d'affari locale nonchè proprietario della Red Bull, ha rilevato il club. Venne eletto un nuovo manager e la squadra fu rinnovata con l'acquisto di ben quindici giocatori ( tra i quali il portiere ex Arsenal e nazionale austriaco Alex Manninger, l'attaccante del Bayern Monaco Alexadre Zickler e della nazionale ceca Vratislav Lokvenc ). L'obiettivo che venne dichiarato fu il raggiungimento della Champions League in tre anni.
La trasformazione del club non s'è fermata qui. Come primo passo, il nome del Club fu cambiato in Red Bull Salisburgo. Nonostante possa sembrar deplorevole, questa mossa non fu inaspettata. E' prassi comune in Austria inserire nel nome del club quello del "main sponsor". Quando le nuove divise e il nuovo stemma sono stati rivelati, poco tempo dopo i colori tradizionali "viola e bianco " sono stati sostituiti con quelli della Red Bull, ovvero rosso,bianco e blu.
In linea con l'immagine sgargiante dell'azienda Red Bull, 90 minuti di calcio non avrebbero fornito sufficiente intrattenimento per il cliente che paga di più. Ecco allora che vennero creati degli eventi, tra i quali, prima dell'inizio della stagione, uno spettacolo laser stile discoteca, un atterraggio paracadutistico nel cerchio di centrocampo e la sponsorizzazione di una celebrità della Red Bull di Formula 1, David Culthard.



Sebbene questi eventi potrebbero esser stati visti dai tradizionalisti come irritanti ma sopportabili, l'immagine generale che ben presto emerse fu quella di un ostile presa in consegna. Emerse una chiara voltà di recidere ogni legame col passato,con la Storia gloriosa del club e con i "vecchi" Austria Salisburgo. Le fonti del Club dichiararono a verbale che " per quanto al Red Bull sia interessata, non c'è Storia,non c'è più tradizione."
Non a caso è significativo sottolineare che pure sul sito web la Red Bull abbia minimizzato la storia antecedente l'acquisizione di Mateschitz in una breve articoletto dal titolo "radici".
Non soprende che gli ultràs storici divennero sempre più diffidenti nei confronti dei nuovi proprietari e fu ben presto chiaro che la loro squadra di calcio era stata acquisita come pedina aziendale per far cassa nel gioco degli scacchi del buisness internazionale.
Ben presto si passò all'azione, quando un certo numero di tifosi ribelli hanno aderito a creare " l'iniziativa Violett-Weiß" (http://www.violett-weiss.at) il cui principale obiettivo era quello di difendere le tradizioni dell'Austria Salisburgo attraverso una protesta pacifica. Questa campagna iniziale ha avuto incoraggianti sostegni a livello locale e nazionale grazie anche all'appoggio dei media e ha attirato il sostegno dalle terrazze in tutto il mondo,soprattutto in Germania e Italia, sotto lo slogan "Gegen modern Fussball",ovvero "contro il calcio moderno ( http://www.violett-weiss.at/solidaritaet-bilder.php )
Di fronte a ciò,la Red Bull iniziò presto nuovamente a colpire: criticò scriscioni quali "Violet & White Dal 1933 " e li mise al bando, così come metà della Sùdtribune, casa tradizionale deilla tifoseria storia bianco-viola, venne trasformata in "salotto per i tifosi più abbienti. Mateschitz inoltre sembrò gettare altra benzina sul fuoco per fran fronte alla questione in modo più pesante e definitivo. La polizia austriaca identificò ed arrestò sei ultràs ritenuti colpevoli di disordini, in più emise divieti per più di 50 persone,ritenute responsabili del problema supposto,una delle quali più tardi si rivelò essere una nonna che aveva acquistato un biglietto come regalo di compleanno. 

I negoziati con i nuovi proprietari sono stati conclusi con una semplice petizione di cinque punti:
1) chiaro riconoscimento della storia dell'Austria Salisburgo sotto la nuova proprietà
2) un kit di casa con i colori "viola e bianco"
3)reintegrazione della terrazza del Sudtribune per il suo formato originale
4)svincolo di tutti i divieti di coperta
5)dialogo in corso tra Red Bull e club tifosi tradizionali
 

Ma i colloqui trovarano però ben presto un vicolo cieco. 

"E' stato abbastanza chiaro sin dall'inizio che la Red Bull non ha mantenuto fede ad uno dei patti che guardacaso ci stava più a cuore "- affermava Harald Mittermaier, uno dei principali sostenitori dell'iniziativa Violett-Weiss. "Una particolare provocazioe è stata data da un gesto secondo loro di cosiddetta buona volontà, in cui il portiere è stato fatto indossare i calzini viola in una partita. In definitiva alla Red Bull non erano interessati ad integrare i sostenitori tradizionali. Hanno visto qualcosa che aveva successo prima del loro coinvolgimento come una potenziale minaccia. "
Nell'Ottobre del 2005 molti tifosi tradizionalisti dell'Austria Salisburgo rinunciarono a sostenere la Red Bull,la maggior parte di loro restituendo il loro abbonamento, incrementando le fila dei fan scontenti. Al valore nominale, la Red Bull è risultata vincitrice anche in questa disputa poichè per i proprietari quella non era altro che una breve distrazione sul modo di assumere pieno controllo. Da allora,secondo la Red Bull, le cose stanno andando sempre bene.
Dopo un inizio di stagione incerto, i risultati sono migliorati e la percentuale di tifosi è triplicata ( 15.000 in media a partita ) grazie anche ad una massiccia campagna pubblicitaria che senza dubbio ha svolto un ruolo primario, attirando un gran numero di nuovi sostenitori casuali.
L'esperienza di un tifoso,durante una partita del Red Bull Salisburgo è stata da lui stesso descritta come "diversa " e di gran lunga "inusuale", paragonata a quella che il calcio austriaco è abituata ad offrire. La mancanza di cori organizzati,di nuclei di tifoseria storica : l'atmosfera è stranamente sterile e muta. C'è qualche applauso spontaneo e qualche "ooh " occasionale ma non esiste alcun tipo di coordinazione tra tifosi nè cori ai quali appellarsi.
La risposta della Red Bull s'è materializzata attraverso l'utilizzo di animatori stile "club-rep", incoraggiando la folla ad applaudire e a far le cosiddette "onde". Anche se questo non è il calcio che noi tutti pensiamo, tale idea è chiaramente in linea con la concezione della Red Bull secondo la quale "la massa" possa e debba esser distratta da eventi di spettacolo e di divertimento quali eventi di thriatlon acrobatici, skate style, x-bike e via dicendo.
Resta da vedere se questo tipo di approccio continuerà ( e funzionerà ndr. ) quando le cose inizieranno ad andare male.
Ma per parlarci chiaro, chi sono i perdenti in tutto questo? La risposta è semplice: quei tifosi storici e tradizionali che non avrebbero mai voluto guardare in silenzio la propria squadra.
Ma ora, essi hanno rivolto le loro attenzioni altrove. Sono state infatti adottate delle nuove misure per costituire un nuovo club di calcio, il SV Austria Salzburg ( www.sv-austria.at ) per far rivivere anche solo quelle emozioni e tradizioni di un club ormai defunto.
In molti, incluso l'ultrà viola-bianco Harald Mittermaier, ritengono che la passata acquisizione del loro vecchio club da parte di Red Bull potrebbe ancora rivelarsi una benedizione. Harald sorride quando noi spalanchiamo gli occhi e immediatamente ci spiega : "Ci sarà ancora una volta una squadra di calcio denominata Austria Salisburgo che giocherà in viola e bianco. Ma questa volta sarà ancora meglio, sarà gestito e di proprietà di tifosi per i tifosi, profondamente radicata nella comunità e resistente a qualsiasi interesse commerciale. Qualcosa per la quale tutti potremo essere orgogliosi, che esprima una idea di calcio per il modo in cui doveva essere, a vantaggio dei tifosi veri e non per profit "
L'iniziativa Violett-Weiss è solo uno dei tanti esempi di disappunto e di difesa delle proprie tradizioni nel momento in cui la commercializzazione del proprio club va ben oltre :
l'AFC Wimbledon e l'FC Manchester United hanno aperto la strada all' SV Austria Salisburgo, che ora è in procinto di seguire il loro esempio. Quesri tre casi, benchè diversi tra loro, hanno ragione d'esser annoverati, a dimostrazione che il calcio al giorno d'oggi è una merce abbastanza attraente da attirare molta ricchezza, ma assai vulnerabile quando essa si dimostra relativamente "povera".
Ogni sostenitore capirà che girare la schiena alla propria squadra di calcio rappresenta una scelta molto difficile da fare, se non impossibile. La consapevolezza che "questo non è più il mio club" è strettamente collegato ad importanti interrogativi su ciò che costituisce l'identità di una squadra di calcio e sul perché ( e come ) i suoi tifosi si identifichino in esso.
Cosa puù spingere i club calcistici ad alienare i propri tifosi storici privilegiando le loro agende commerciali? Quanta identità di club può essere scarificata prima che essa diventi irriconoscibile?
La maggior parte di noi probabilmente non sarà mai di fronte a tali questioni o decisioni. Ma coloro che al giorno d'oggi stanno vivendo tale situazione, come nel caso degli ultràs della  SV Austria Salisburgo, continueranno a vivere nella convinzione che la propria passione per il calcio andrà comunque avanti, anche se chi è salito al potere ha creduto di porvi fine.
"

Avete capito bene. Red Bull a Torino significherebbe :
1) addio colori sociali
2) addio al tifo storico, agli striscioni,alle bandiere, ai cori storici
3) silenzio durante le partite se non un "oooh" su ordine degli organizzatori.

A me scappa da ridere. Eppure interviste come queste in Austria sono all'ordine del giorno!
Ora, le maggiori testate giornalistiche hanno per giorni spinto la RB affinchè acquistasse tutto il pacchetto Torino Fc. Vi ricordate i titoloni in prima pagina?
Allora la domanda che sorge spontanea è : "Cari giornalisti,sapevate e ci volevate in pasto ai lupi spacciandoli per agnelli? "
Tutto tace. E che nessuno parli!

Leo Menegazzi

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